Boccaccio sembra un cronista dei nostri tempi: oggi come allora la reazione della gente ad uno stato di emergenza è lo stesso.
L’autoconvinzione regna sovrana,ognuno pensa quello che vuole, ognuno vuole credere a ciò che vuole credere. C’è chi ha paura e rimane a casa, c’è chi l’ha presa alla leggera e continua ad uscire e divertirsi, almeno i primi tempi.
Altro elemento comune e spunto di riflessione, è la discriminazione verso la popolazione da cui è partita il contagio, oggi i cinesi e nel 1300 gli ebrei.
Il tempo non matura né l’uomo, né le sue reazioni.
Vito Vinci
Il Covid-19 (Coronavirus) sarà un fenomeno che il genere umano ricorderà nei secoli a venire. È una tragedia che può essere paragonata alla peste perché, purtroppo, sta portando via un sacco di persone non solo in Italia ma in tutto il nostro pianeta. Oltre a danneggiare il genere umano sta danneggiando anche l’economia del nostro Paese e l’unico modo per poterlo battere è rispettare le norme imposte dalle autorità competenti e non fare di testa nostra. Se ognuno facesse di testa propria, da questa situazione non so come ne usciremo e se ne usciremo! È importantissimo restare a casa ed uscire soltanto per motivi di massima necessità, come ad esempio fare la spesa o portare il proprio animale domestico a fare i bisogni. È necessario, inoltre, lavare spesso le mani e ricordarsi di usare la mascherina quando si esce di casa per fare commissioni. Concludo pensando a chi, purtroppo, non c’è già più.
Giacomo Gioioso
terrore del tempo ma anche la perdita dei valori umani.
Egli sottolineò la mancanza assoluta di pietà umana verso i malati, abbandonati e derubati dagli stessi parenti, il diffondersi di credenze come quella di respirare erbe aromatiche o ricorrere al “salasso” cioè ad una pratica antica popolare che consisteva nel tagliarsi per far uscire del sangue e con esso il maligno.
Altra credenza assurda fu quella della “flagellazione” cioè del frustarsi a sangue chiedendo perdono a Dio sotto lo sguardo di tutti o del diffondersi dell’odio verso gli ebrei colpevoli di un credo diverso da quello cristiano.
Oggi stiamo vivendo una emergenza sanitaria mondiale a causa della diffusione del Corona Virus che è stato identificato per la prima volta nell’uomo a metà novembre 2019 a Wuhan in Cina e poi denominato COVID-19 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.). Il virus si è diffuso velocemente anche in Europa colpendo maggiormente al momento l’Italia, causando centinaia di morti al giorno in seguito a polmonite, nonostante le restrizioni del Governo.
Oltre alle informazioni corrette divulgate dall’O.M.S., si parla di “infondemia”, cioè della diffusione eccessiva di notizie false (fake news) che creano ulteriore allarmismo, come ad esempio la possibilità di contagio attraverso animali domestici o l’errata convinzione che il virus sia stato realizzato in laboratorio per scopi militari.
Io credo che le notizie debbano giungere dagli scienziati, che devono guidare l’informazione. Non è possibile che ogni giorno si sentano o le leggono sul web notizie allarmanti e soprattutto non vero perché non confermate dagli esperti.
Anche chi si occupa di informazione, non può avere la competenza scientifica ma devo solo informare.
In particolare, l’uso dei social, non può e non deve sostituirsi agli esperti e mi riferisco in particolare al primo caso di Corana Virus a Fasano. Infatti in pochissimo tempo sono iniziate a circolare migliaia di messaggi con la foto del giovane interessato, il tutto a discapito della privacy, con una lunghissima serie di “consigli e proposte” da parte di gente comune che ha solo contribuito a diffondere paure, che fortunatamente il Sindaco ha chiarito.
In questo clima così drammatico n cui stiamo vivendo, mi ritornano in mente le parole di papa Francesco che affermato che alla “disconnessione sociale” causate dall’isolamento, dobbiamo sostituire la “connessione empatica”, continuando a seguire le direttive che ci vengono dati dagli scienziati e dal Governo, confidando nella fede e sperando che “andrà tutto bene”.